Storia del museo


Ingresso

Un mattino dell'anno 2.... un ragazzino di nome Luca si aggira nei locali del seminterrato della scuola.

Dopo una decina di minuti sentì alle sue spalle una voce che lo fece sussultare; quando si girò vide Gervaso, il vecchio bidello, che voleva sapere cosa stesse cercando e se avesse bisogno di aiuto.

Luca spiegò:

"Stavo cercando il fascicolo della storia del museo di questa scuola, ma non riesco a trovarlo. Mi puoi dire dove si trova?"

Gervaso ci pensò un istante e poi rispose:

"No, mi dispiace, non so proprio dove possa essere, ma ...aspetta un minuto! Se vuoi posso raccontarti io la storia: io ho visto di persona tutto!"

Luca, che era un ragazzino curioso e sveglio, acconsentì entusiasta.

Anche Gervaso era felice, perché amava stare con i ragazzi e anche chiacchierare con loro, ma spesso il suo lavoro non glielo permetteva: sempre di corsa a fare fotocopie, a portare libri e quaderni agli alunni smemorati ...

Cominciò a raccontare:

 

"Nel lontano 1985 due classi I, dopo aver visitato alcune vecchie case di Avigliana, realizzarono un fascicolo sugli attrezzi agricoli del passato: era costituito da molte schede, con tanto di foto, disegni, descrizioni ... 

Non fu un lavoro semplice, ma riuscì bene.

Inoltre, parlando con i proprietari delle cascine, si resero conto di come la vita dei loro nonni fosse in fondo un po' misteriosa, ma estremamente interessante!

Per quanto sarebbe rimasta un mistero per sempre?

Non era giusto!

Pensarono allora di allestire un museo con oggetti del passato, perché tutti potessero vedere e capire.

Scrissero lettere ai giornali, idearono e produssero manifesti e volantini da affiggere...

Ci fu una lunga e trepida attesa... ma niente. Tutti cominciavano a scoraggiarsi, quando"

Il bidello si interruppe, ma Luca lo incitò

" Forza, racconta!Cosa successe?"

Gervaso sorrise all'impazienza del ragazzino e continuò:

 

"Mi ricordo quel giorno come se fosse ieri, anche se sono passati tanti anni... Stavo andando a fare delle fotocopie quando vidi avvicinarsi quando vidi avvicinarsi un ragazzino esile dai capelli arruffati e gli occhi svegli...

Ti assomigliava, sai?

Reggeva a fatica una grande borsa che gli impacciava i movimenti.

- E' per il museo! dove lo posso mettere? - mi chiese

Puoi immaginare la gioia di tutti, ma anche la ... perplessità di fronte a quella donazione davvero singolare: due assi di legno tra cui erano fissate delle corde, alcune legate direttamente alle assi, altre che passavano attraverso dei fori.

Comunque fu la scintilla che fece scaturire un grande  "fuoco" : da quel giorno si avvicendarono a scuola molte persone... anziani dai capelli bianchi e il passato incerto, omoni barbuti, ragazzini che portavano "cose" trovate in cantina... arrivarono oggetti piccoli e altri ingombranti: una gerla, un aratro... e perfino un carro!

Figurati e problemi che sorgevano e ... la confusione! C'era un gran da fare, ma eravamo contenti.

Tutto sembrava andare per il meglio.

Molti oggetti però andavano sistemati: sai, il tempo lascia molte tracce! Gli alunni cominciarono a lavorare alacremente: bisognava spolverare, pulire, lucidare, riparare ... Purtroppo nessuno era pratico di tutto ciò, così chiedemmo aiuto ad esperti: vennero studiosi di dialetti, per i nomi degli attrezzi, direttori di musei per fornire consigli..."

" E dopo fecero il Museo!" lo interruppe Luca.

Ma Gervaso sospirando proseguì: "Purtroppo no! Con rammarico di tutti non si era riusciti a trovare un locale adatto. Allora ripiegarono sull'idea di una Mostra temporanea, sperando che, di fronte ad essa, qualche cosa si potesse trovare.

E finalmente si riuscì ad organizzare la Mostra, sai dove? Nel Salone! Fu un vero successo: inaugurata sabato 5/XII/1987, riscosse i complimenti di tutti; parteciparono autorità, giornalisti, ragazzi in abiti tradizionali ... naturalmente non mancarono i pasticcini!

Purtroppo dopo solo 15 giorni la mostra fu smantellata e gli oggetti rinchiusi in un buio stanzino, in attesa di una adeguata sistemazione nel tanto desiderato Museo.

Il tempo passava ...

 

Un giorno un'insegnante aprì lo stanzino: subito un odore acre e nauseante lo investì! Accese la luce e ... uno spettacolo deprimente si presentò ai suoi occhi: tutto era ricoperto da uno strato di muffa!

A questo non si poteva più attendere!

- Basta! Facciamo tutto da soli! - pensarono alunni e insegnanti. Le classi III si misero al lavoro: pulirono gli attrezzi, sgombrarono e imbiancarono nel seminterrato un locale sulle cui pareti dipinsero dei murales raffiguranti scene di vita quotidiana, quelli che vedi ancora oggi". "E' vero! Mi ricordo: un venerdì stetti tre quarti d'ora a raschiare e lucidare un paiolo. Il risultato fu soddisfacente, ma i miei pantaloni, poveretti ..."

A queste parole Luca e Gervaso si voltarono: immersi nella loro conversazione, non si erano accorti  dell'arrivo di Paola, una ex-alunna tornata a salutare i suoi insegnanti.

"Ciao, Paola, adesso ti riconosco! Avevi nostalgia del passato?"

"Eh; sì, il passato! Prima credevo che il mondo fosse fatto solo di televisione, automobili, computer, frullatori ed abiti firmati, ma ad un certo punto della mia vita di ragazza, lavorando per il Museo, è iniziata la mia Avventura nel passato"

Gervaso proseguì, stimolato dalle parole di Paola.

" Gli attrezzi furono suddivisi in tre settori: la scuola, la casa, il lavoro agricolo. Si aggiunsero dei giochi didattici e schede di presentazione, piuttosto difficili, per la verità, ma proprio come quelle di un vero museo. Eravamo tutti orgogliosi!

Quando per la prima volta vidi i lavori ultimati, tanti ricordi si affollarono alla mia mente: mi rividi bambino, seduto vicino al focolare ad aspettare che le castagne fossero pronte, mentre la mamma mi allungava le calze dell'anno precedente.

Il 12.5.90 il Museo fu inaugurato. Si può proprio dire che la storia del nostro Museo sia una fiaba a lieto fine!" concluse Gervaso, accingendosi ad andarsene. Luca era silenzioso: sembrava riflettere; lo avevano colpito le ultime parole del bidello: era vero, gli oggetti parlavano con la voce dei ricordi e avevano il potere di far rivivere momenti che sembravano dimenticati eppure erano ben presenti dentro ciascuno. Succedeva anche a lui quando ritrovava vecchi giochi ... Subito però si riscosse: gli era venuta in mente una cosa:

" Gervaso, ma si può sapere che oggetto era quello portato dal ragazzino?"

Ridendo, Paola intervenne:

" Perchè non provi a scoprirlo da te? Il Museo è ancora aperto!" Qui finisce il nostro racconto, ma non certo la storia e la "vita" del Museo Etnografico.

Infatti il suo motto è:

ieri + oggi = domani

Per costruire un domani migliore, bisogna sommare il passato e la sua storia presente; solo conoscendo le esperienze di chi è venuto prima di noi potremo crescere e migliorare, apprezzando e quindi rispettando quello che abbiamo.