Nell'angolo
casa sono contenuti molti oggetti in passato di uso quotidiano.
Ai
tempi dei nostri nonni il caffè non era quello che beviamo ai giorni
nostri, ma veniva prodotto in casa. I chicchi d'orzo o di altri cereali
venivano tostati con gli appositi tosta cereali; essi potevano essere
diversi per materiale e forma: un primo esemplare è in ferro, costituito
da due coppe combacianti fissate a due lunghi manici imperniati nel mezzo.
Veniva usato sul focolare del camino; quando si utilizzava più di una
volta si surriscaldava e quindi, per maneggiarlo, ci voleva uno
strofinaccio.
Un
altro tipo di tostacereali è in ferro, simile ad una padella con il
coperchio, costituito da uno sportello per introdurne i chicchi ed una
manovella per girarli. Esso si poggiava sulla stufa e; tenendolo per il
manico, si girava la manovella, che rimescolava i chicchi, in modo da
impedirne la bruciatura.
Dopo
la tostatura i chicchi venivano macinati, il macinino che si trova nel
museo è in legno e metallo, ha una forma cilindrica ed al suo interno c'è
una lama che veniva girata per mezzo di una maniglia, permettendo, così,
la macinazione dei chicchi tostati.
Questo
lavoro veniva svolto prevalentemente alla sera, dai bambini più piccoli.
La polvere ottenuta veniva messa in caraffe di metallo con acqua bollente;
la miscela veniva lasciata depositare per un po' di tempo, dopo di che
poteva essere bevuta.
Un
altro oggetto importante presente in questo angolo è il ferro da stiro;
il più antico è formato semplicemente da una piastra con manico in
ferro. Solitamente, nelle abitazioni, le donne usavano due ferri da stiro
di questo tipo: mentre uno si scaldava sulla stufa, l'altro veniva usato.
un diverso modello conservato nel museo è quello più comune: al suo
interno veniva inserita la brace ardente e, in questo modo, era possibile
stirare più a lungo e più velocemente.
Dato
che non c'erano i termosifoni e l'unico mezzo per riscaldarsi era la
stufa, d' inverno c'era il bisogno di scaldare il letto in qualche modo; a
questo scopo veniva usato lo scaldino.
Ve
n'erano di diversi tipi, da riempire con acqua calda o brace, ma le
persone più povere si limitavano ad avvolgere in uno straccio un mattone
incandescente, che poi infilavano sotto le coperte, sino al momento di
andare a dormire.
Un
altro oggetto interessante è la zangola, attrezzo che veniva usato per
fare il burro: la panna era introdotta nella zangola e poi sbattuta
mediante un bastone, fino ad ottenere il burro che successivamente veniva
messo nell'apposita forma di legno, di cui conserviamo un modello
intagliato a mano.
Appeso
al muro c'è un armadietto che aveva la funzione dell'odierno frigorifero;
veniva tenuto in cantina e al suo interno erano conservati gli alimenti,
al riparo dei topi e degli insetti. Altri oggetti interessanti sono due
attaccapanni ed un paio di calze che testimoniano come, ai tempi dei
nostri nonni e bisnonni, nulla si sprecasse o si buttasse, ma tutto
venisse riutilizzato. Le calze, infatti, sono formate da due parti, il
piede e la gamba; il primo è"intercambiabile": quando si
rompeva o consumava veniva scucito o sostituito.
I
due attaccapanni sono in legno e sono stati ricavati da un cerchione di
bicicletta rotto e ormai inutilizzabile. Nell'attaccapanni è inserito un
gancio di ferro, che permette di appenderlo.
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